Non solo Simona Halep: Sorana Cirstea l’altra stella della Romania

Il tennis rumeno, decenni dopo Nastase, è risorto con Simona Halep, in grado di issarsi alla prima posizione mondiale. Spesso però ci si dimentica che la Romania ha validissime tenniste connazionali, a partire da Sorana Cirstea, giocatrice di talento che ha raccolto troppo poco per le sue potenzialità. Di Stefano Maffei

La nazionale rumena è da molti anni una realtà consolidata del tennis mondiale grazie al contributo dell’ex numero 1 al mondo (per ben 64 settimane) Simona Halep, ma anche al grande apporto delle diverse giocatrici che stazionano in orbita top 100 ormai da diversi anni. Stiamo parlando di Sorana Cirsta, Irina Begu, Monica Niculescu, Ana Bogdan e Mihaela Buzarnescu. Il tutto senza tralasciare il fattore pubblico, sempre molto caldo ed appassionato per le proprie beniamine. Tutto questo farebbe pensare quindi a titoli accumulati in bacheca, finali vinte e celebrazioni importanti. Ma come tutti sappiamo non è stato così. La nazionale rumena infatti non si è mai spinta oltre le semifinali della competizione mondiale a squadre, una follia pensando alle singole componenti della squadra. In questo articolo andremo a raccontare la storia di una delle “altre”, ossia quelle giocatrici forti, ma a cui è sempre mancato lo spunto per diventare grandi tanto singolarmente quanto in nazionale. Vi presentiamo Sorana Cirstea.

La nativa di Bucharest, classe 1990 (attuale n. 75 del ranking WTA) è protagonista del circuito femminile da ormai più di 15 anni. I suoi primi anni da professionista la vedono principalmente impegnata in tornei ITF, dove raccoglie ottimi risultati, tanto in singolare quanto in doppio, che le permettono di mettersi in mostra già nel 2006 con la propria nazionale in Fed Cup, ad appena 16 anni. La prima svolta nella carriera di Sorana arriva nel 2007, quando, partita dalle qualificazioni, riesce a raggiungere la finale del torneo Grand Prix di Bucharest. A Bali si ferma poco prima, in semifinale, e per la prima volta in carriera, a nemmeno 18 anni si avvicina alle prime 100 del mondo (106). Il 2008 va ancora meglio, si qualifica per la prima volta a tutti i tornei del grande slam (raggiungendo al massimo il secondo turno), ma soprattutto vince i primi titoli in singolare (Tashkent) e doppio (Fes). Chiude l’anno al n. 37, la diciottenne rumena sembra poter conquistare il tennis mondiale.

Malgrado il 2009 inizi con varie sconfitte al primo turno, la Cirstea riesce ad arrivare per la prima volta ai quarti di finale di uno slam (Roland Garros), dopo aver battuto l’ex numero 1 del mondo Jelena Jankovic. A Wimbledon raggiunge il terzo turno in singolare e la semifinale in doppio. Con questi ottimi risultati riesce a raggiungere il n. 23 del ranking  mondiale in singolo e il n. 35 in doppio. A sorpresa nel 2010 inizia una grande flessione, non si vedono più in campo i suoi grandi rovesci e la sua grinta che spesso la portavano alla vittoria negli anni precedenti. Sorana finisce l’anno al n. 95 del mondo, dopo aver raggiunto una sola semifinale ad Estoril (torneo vinto in doppio). Dopo un 2011 ben al di sotto delle aspettative, il 2012 prende l’aria di una revenge season. Sono ben 3 le semifinali giocate (e perse) dalla tennista rumena (Pattaya, Barcellona e Stanford, dove sigla la prima semifinale in un torneo premier). L’anno è coronato da grandi vittorie tra tornei dello slam e WTA, contro nomi importanti del circuito (Li Na, Cibulkova, Bartoli, Lisicki, Radwanska e Stosur su tutte). A queste belle prestazioni Sorana alterna però momenti di buio totale, con molte sconfitte ai primi turni con avversarie nettamente alla sua portata. L’anno è comunque positivissimo e la vede tornare al n. 26 del ranking. Il più bell’anno della carriera della giocatrice di Bucharest è però senza alcun dubbio il 2013. Raggiunge due delle semifinali raggiunte l’anno prima (Pattaya e Stanford) e batte diverse top 10. Ma la vera rivelazione arriva al torneo canadese di Montreal.

La 23enne rumena batte al primo turno Savcuk per poi sconfiggere in partite incredibili Wozniacki, Jankovic, Kvitova e Li Na, raggiungendo così la finale contro Serena Williams. Nel torneo dimostra tutto il suo talento con i suoi potenti colpi da fondo e il suo ottimo gioco a rete. La sconfitta netta in finale non le preclude di raggiungere il suo best ranking in carriera, il numero 21 della classifica WTA. Sembra incredibile dirlo ma il racconto dei successi della Cirstea finisce qui. Gli anni successivi sono contraddistinti da infortuni e poca continuità. Addirittura gioca la maggior parte dei tornei ITF, affacciandosi poche volte nel circuito maggiore, con scarsi risultati. I migliori tornei disputati rimangono la semifinale di Norimberga dello scorso anno e la vittoria in doppio a Lugano. Lo stesso destino contraddistingue la tennista rumena con sua la nazionale: fino al 2014 è infatti fondamentale per le vittorie della squadra. Da lì in poi il buio totale. Il bilancio complessivo nella competizione a squadre rimane comunque positivo (16 W 13 L). Sorana Cirstea rimane uno dei grandi what if del circuito femminile, in annate in cui molte giocatrici si sono affacciate alla top 10 mondiale. Il suo gioco incentrato sull’aggressività, il servizio forte e il rovescio lungolinea l’avrebbero certamente potuta portare ai vertici della classifica mondiale. Tra le cause dell’insuccesso, oltre ai lunghi infortuni, una tenuta mentale nell’incontro non sempre all’altezza e il grande numero di errori (dovuti perlopiù al suo gioco).

What if che possono tornarci utili anche nel discorso nazionale. Cosa avrebbe potuto fare la Romania con una giocatrice così valida al fianco di Simona Halep? Avremmo potuto parlare di uno dei gruppi più vincenti degli ultimi anni? Questo non lo sapremo mai, negli occhi abbiamo ancora le grandi partite a Montreal e non ci è difficile immaginare la Romania sul tetto del mondo, grazie alle due giocatrici più forti della loro storia, Simona Halep e Sorana Cirstea.

Stefano Maffei

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