Wimbledon: promosse e bocciate al giro di boa

Tra cadute inaspettate e teenagers scatenate, ecco il tradizionale bilancio al giro di boa, con il meglio e il peggio della prima settimana Slam. A splendere sui campi di Londra è Cori Gauff; Serena Williams, Ashleigh Barty e Petra Kvitova continuano il loro cammino verso il titolo, Naomi Osaka e Kiki Bertens lasciano Londra.

Il torneo più affascinante e imprevedibile dell’anno, la magia unica del tempio del tennis, le due settimane più attese da gran parte dei tifosi di tutto il mondo; quando si parla di Wimbledon tutto si avvolge di un velo di solennità. Wimbledon è anche la casa delle sorprese, almeno a livello femminile, con l’edizione 2018 vinta da Angelique Kerber in finale su Serena Williams con nessuna – esatto, nessuna – top 10 giunta ai quarti di finale e una sola agli ottavi, Karolina Pliskova. La prima settimana di questa edizione è stata più avara di grandi scalpi, ma le sorprese non sono mancate; vediamo più nel dettaglio il meglio e il peggio al giro di boa.

CORI GAUFF

Come si potrebbe non partire da lei? Classe 2004, una lunga coda di treccine nere, un’espressione seria e concentrata e tanta voglia di giocarsi ogni punto come fosse l’ultimo. È questa la caratteristica che più ha colpito in queste prime partite: Cori, o come più è conosciuta, Coco, si è trovata davanti prima Venus Williams, con la quale è impossibile non osservare una certa somiglianza, poi Magdalena Rybarikova, giocatrice esperta e completa, e poi Polona Hercog, con la quale ha accettato una gara di slice di rovescio, ha rimontato un set e un break di svantaggio e ha chiuso con un punto rocambolesco che riassume alla perfezione la grinta e la voglia di lottare di una ragazzina che al primo Slam in carriera ha raggiunto già gli ottavi di finale. Dritto carico alto sopra la rete e spesso negli ultimi centimetri di campo, rovescio più piatto e aggressivo, ottimo servizio e mobilità; c’è poco da aggiungere, Cori Gauff in questi giorni sta passando da promessa a realtà, ma per fortuna c’è ancora molto da fare prima di passare a campionessa. PROMOSSA

NAOMI OSAKA

È inevitabilmente lei la grande delusione di questo Wimbledon. La ex numero 1 del mondo, da poco deposta dal trono, ha ceduto per la seconda volta in pochi giorni a Yulia Putintseva, kazaka dal carattere bollente ma dalla grande tenacia in campo. Ha lottato un set prima di lasciare andare il match, e con quello anche la possibilità di tornare numero 1 dopo le settimane londinesi. La nipponica ha avuto anche una certa sfortuna nei sorteggi, ma è da qualche mese ormai in cui non si vede più la Naomi che ha vinto due Slam consecutivi e sembra mancare ancora una chiave per risollevarsi. Osaka tornerà, è solo questione di tempo, ma questo Wimbledon rimane un boccone amaro da digerire.  BOCCIATA

KAROLINA MUCHOVA

Si parla poco della 22enne ceca, che è nel circuito principale da meno di un anno ma si è già perfettamente adeguata ai ritmi delle migliori. Dopo la bella impresa agli Us Open, dove aveva superato dapprima le qualificazioni e poi due turni nel tabellone principale, con la prestigiosa vittoria su una tuttora in crisi Muguruza, Muchova ha anche raggiunto i quarti di finale nel Premier di Doha e la finale a Praga. A Parigi si era concessa il lusso di estromettere una delle migliori giocatrici su terra, Anett Kontaveit, e ha ripetuto anche qui a Londra al terzo turno, diventando una bestia nera per l’estone. A colpire della nativa di Olomouc è la capacità di esprimersi bene su ogni superficie, sfruttando sempre al meglio servizio e dritto. La attende agli ottavi una sfida complicata con la connazionale Pliskova, ma la crescita di Muchova è solo agli inizi. PROMOSSA

 

GARBINE MUGURUZA

Non c’è modo di uscire da questo periodo negativo per l’iberica ex numero 1 del mondo. A fine 2018 aveva sorpreso tutti annunciando il proseguimento della collaborazione con Sam Sumyk, uno dei migliori coach al mondo ma con il quale ha sempre mostrato tensione, e il 2019 è stato piuttosto avaro fino ad ora. Muguruza ha sì raggiunto la seconda settimana sia a Melbourne che a Parigi, oltre che altri buoni piazzamenti e un titolo International, ma è ben lontana dal tornare tra le migliori, dove dovrebbe stare di diritto per il tennis che sa mettere in campo quando sta bene. Qui a Wimbledon si è arresa a Beatriz Haddad Maia, brasiliana mancina con un passato ricco di infortuni che ne hanno rallentato fortemente la salita, e per una ex campionessa del torneo doveva essere un turno abbordabile. Peccato, perché avremmo visto volentieri la sfida al terzo turno con Ashleigh Barty. BOCCIATA

ALISON RISKE

Che la statunitense sia una delle migliori interpreti della superficie già si sapeva, lei che dal 2016 ad oggi ha vinto 4 titoli, un International e 3 importanti Itf, tutti su erba. In particolare quest’anno si è imposta a s’Hertogenbosch, superando in finale Kiki Bertens, subito dopo aver vinto il 100k di Surbiton. Per fortuna vien da dire, perché Riske veniva da 5 uscite consecutive al primo turno e da un anno avaro di soddisfazioni. L’erba ha sempre risvegliato il suo tennis e a Londra sta proseguendo nella sua marcia: rimonta di prestigio contro Donna Vekic, altra esperta della superficie, battaglia contro Ivana Jorovic spuntata 9-7 al terzo e infine rimonta ai danni di Belinda Bencic, una delle tenniste più in forma del circuito. Riske aveva come miglior piazzamento a Wimbledon il terzo turno, raggiunto più volte, che ora è stato finalmente migliorato ad -almeno- ottavi. Ora per lei c’è una sfida di lusso con Ashleigh Barty, per provare l’impresa della carriera.  PROMOSSA

ANGELIQUE KERBER

C’era sicuramente pressione sulla tedesca, che arrivava a Wimbledon per difendere il titolo del 2018, ma una campionessa come lei dovrebbe essere abituata a gestirla. Mentre il pubblico già pregustava la rivincita con Serena Williams agli ottavi, Kerber è andata lentamente a picco contro un’avversaria che doveva essere quasi innocua su erba, ma che sui grandi palcoscenici ha già dato prova di coraggio in passato. Lauren Davis ha rimontato il set di svantaggio iniziale e soprattutto ha dilagato poi per due set interi, con un parziale di 12 giochi a 3. Nell’ultimo tratto di partita sembrava non voler più lottare la ex numero 1 del mondo, lei che sulla grinta e sulla lotta ha basato un’intera carriera – e con più che ottimi risultati -. La classifica ne risentirà, ma a 31 anni è probabile che Kerber punti più ai grandi risultati che al tornare in vetta alla classifica. Per questo Wimbledon purtroppo è inevitabilmente BOCCIATA.

DAYANA YASTREMSKA

La 19enne ucraina è esplosa lo scorso anno e nel giro di pochi mesi è diventata una certezza nel circuito. Due titoli – Hua Hin e Strasburgo – e best ranking al numero 32, che migliorerà notevolmente nel caso in cui la nativa di Odessa raggiunga i quarti di finale. Qui a Wimbledon ha eliminato al primo turno l’azzurra Camila Giorgi, al rientro dopo un lungo stop, poi ha superato Sofia Kenin, una delle giocatrici più on fire del 2019, e infine ha disposto agevolmente di Viktorija Golubic, raggiungendo gli ottavi di finale dove sfiderà Shuai Zhang. Personale parere, la giovane ucraina è pronta per il primo grande risultato Slam e potrebbe raggiungere almeno le semifinali. Il resto, nel caso, si vedrà. PROMOSSA

 

MARIA SHARAPOVA

Sta rientrando da un lungo stop la siberiana, ma questo non giustifica il modo in cui è uscita dai Championships. Era avanti di un set e di un break contro una tenace Pauline Parmentier, una situazione che sembrava ormai compromessa per la francese. E invece Sharapova non riesce a chiudere, si fa breakkare più volte e finisce al tie break, perso, al quale seguono 5 games consecutivi di Parmentier. A giochi ormai fatti la russa decide di ritirarsi, non lasciando così il game della gloria all’avversaria. Si vedeva fin dall’inizio che non era la miglior Sharapova, ma il modo in cui era riuscita comunque a tenere le redini del gioco aveva fatto sperare di vederla passare qualche turno in più. Ci sarà da capire ora quali siano le sue intenzioni, se la rivedremo prima dei grandi appuntamenti sul cemento americano. BOCCIATA

 

MENZIONI SPECIALI

Le menzioni speciali di questa prima settimana sono due; la prima va a Giulia Gatto-Monticone, per vari motivi. Da un punto di vista puramente tennistico, Giulia si sta regalando dei mesi ad altissimi livelli ricchi di soddisfazioni. Dopo le qualificazioni superate a Parigi, la nativa di Torino ha deciso di puntare in alto, di andare a giocare su erba, una superficie per lei completamente nuova, ma con la quale ha trovato buon feeling da subito. Nonostante la vistosa fasciatura al ginocchio, dovuta ad una caduta rimediata durante le qualificazioni di Nottingham, Gatto ha superato brillantemente le qualificazioni a Wimbledon, con rimonte su Serban e Dodin e una vittoria netta contro una delle migliori NextGen del circuito, Xiyu Wang. Il sorteggio poi non è stato benevolo, ma l’occasione di giocare contro Serena Williams sul centrale è più unica che rara, e la numero 2 d’Italia se l’è giocata alla grande, perdendo 6-2 7-5 e andando ad un passo dal tie break nel secondo parziale. Alla stretta di mano Giulia aveva le lacrime agli occhi, lacrime che rappresentano la vera essenza di questo sport, la fatica, i sacrifici, le gioie e i dolori di una tennista per arrivare a vivere quel momento. Gira sui social il bel selfie fatto con Serena dopo il match, insieme a tante dichiarazioni rilasciate, tutte da leggere attentamente e da far studiare ai tennisti del domani. Brava Giulia.

La seconda menzione speciale è per Margarita Gasparyan. La russa è tornata ormai da qualche tempo da un lungo stop per problemi al ginocchio, e anche se è stata costretta più volte al ritiro, sembrava aver trovato un minimo di continuità, ricostruendosi lentamente una classifica e tornando a vincere titoli. In questi giorni aveva iniziato alla grande il suo torneo con la vittoria su Anna-Lena Friedsam, regalandosi poi lo scontro con Elina Svitolina. Le due si erano sfidate recentemente, a Birmingham, e la russa aveva avuto la meglio, esattamente come stava accadendo anche qui a Wimbledon. Avanti di un set e 5 pari nel secondo, la russa ha lamentato dolori ad un gamba che sembravano inizialmente crampi. Ritiratasi nel game successivo dopo essere stata a terra dolorante, si teme ora che sia nuovamente un problema al ginocchio. Un epilogo ingiusto, perché quel match lo stava meritando e il tabellone poi era aperto, con Sakkari al terzo turno. Speriamo possa tornare presto in campo.

 

di Marco Bonavoglia

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