Il pagellone del Masters 1000 di Shanghai

Le pagelle del penultimo Masters stagionale.

DANIIL MEDVEDEV: voto 10 E LODE

Si potrebbero versare fiumi di inchiostro, e spendere un’infinità di parole per tentare di commentare il periodo di forma straordinario che sta attraversando il ventitreenne russo, che ha vissuto un’estate strepitosa e sta proseguendo su questa strada, continuando a stupire e a dare prova di talento, ma anche di solidità. Probabilmente, però, può essere più che sufficiente una statistica, assai eloquente riguardo al momento di grazia del ragazzo di Mosca, che si è issato ormai al numero 4 del mondo: dalla finale di Wimbledon, infatti, Medvedev ha raggiunto sei finali consecutivamente e ha trionfato in tre dei sei tornei giocati, conquistando, con il successo a Shanghai, il secondo Master 1000 consecutivo e della carriera, e raggiungendo, come se non bastasse, la prima finale Slam, in cui ha dato non poco filo da torcere a un certo Rafael Nadal (grande assente dell’ultimo evento importante della stagione asiatica).Non bisogna cadere, come troppo spesso è accaduto ai commentatori sulla scia dell’entusiasmo, nella tentazione di caricare eccessivamente di aspettative e di attese la giovane promessa russa, poiché, come sempre nella vita, il successo può essere fragile e passeggero, e serve quindi grande prudenza. Ma sarebbe ingiusto, al tempo stesso, non rendere i giusti e dovuti meriti a questo fantastico giocatore, che sta collezionando risultati incredibili e sta dimostrando una costanza invidiabile, alla sua età, che manca probabilmente a molti coetanei. E, nonostante molti si aspettassero probabilmente un graduale calo, dopo lo swing nordamericano e la sconfitta agli Us Open, lui continua a vincere e a convincere: riuscirà a confermarsi anche nella parte finale della stagione? Fare pronostici è sempre azzardato, soprattutto nel tennis, ma, se conserverà queste condizioni, non mancano certo gli indizi per pensare che sarà protagonista anche nelle prossime settimane.

ALEXANDER ZVEREV: voto 9

Prima dei tornei asiatici, un qualunque appassionato, dovendo essere obiettivo, non avrebbe potuto fare a meno di constatare una verità amara, ma oggettiva per Alexander Zverev: dopo il trionfo al Master di Londra dello scorso anno, senza dubbio il trofeo più prestigioso nel palmarés del giocatore tedesco, Sascha non ha saputo dare seguito a quel successo, e ha vissuto finora una stagione tremendamente deludente e sottotono, segnata nuovamente dall’assenza di un risultato di rilievo negli Slam. Questa impressione, di fatto, resta pienamente anche ora, a un mese dalla fine dell’anno tennistico, ma le prestazioni di Pechino e, soprattutto, di Shanghai sembrano evidenziare, per lo meno, una ripresa, seppure lieve e non ancora degna del tutto del livello e del talento di Zverev. In questo Master 1000, infatti, il numero 6 del mondo è apparso più centrato, più solido e più in palla, sfoggiando statistiche al servizio davvero impressionanti e un gioco più brillante, che gli hanno permesso di superar (ahinoi) un Matteo Berrettini in grande forma e soprattutto di collezionare nuovamente lo scalpo di Roger Federer, contro cui ha ottenuto la quarta vittoria.In finale non ha avuto scampo, e, forse, avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa di più, ma non è certo il primo (e non sarà l’ultimo) a cadere sotto i colpi del Medvev di questo periodo. E’ sicuramente troppo presto per poter festeggiare, o considerare risollevate le sorti di una stagione che, pur con tutti gli sforzi, non potrà che rimanere decisamente sottotono per Sascha, ma è arrivato sicuramente qualche segnale positivo, che dovrà ovviamente confermare nei prossimi eventi. L’obiettivo assoluto del tedesco, a questo punto, deve essere necessariamente la qualificazione alle ATP Finals, che era scontata all’inizio dell’anno, sembrava sfumare dopo l’ennesima delusione ma, a questo punto, è a portata di mano, e gli darebbe la possibilità di lottare per difendere il titolo alla O2 Arena.

STEFANOS TSITSIPAS: voto 8 ½

La settimana del greco, in un certo senso, è stata oscurata dallo stato di forma di Medvedev, rimediando una sconfitta netta e meritata, ma rivela al tempo stesso una tendenza sicuramente positiva per tsitsipas, che si conferma un avversario temibile per chiunque sul circuito. Nello scontro con il russo, nonostante alcune occasioni sprecate, Stefanos ha potuto davvero poco, e, pur tentando con la consueta e ammirabile determinazione di resistere all’impeto di Medvedev, alla fine si è dovuto arrendere alla sua solidità da fondo campo, contro cui non sono bastati il suo gioco propositivo, condito di tante discese a rete, e i rischi presi. Il torneo di Shanghai, però, registra per il numero sette del mondo anche un risultato di rilievo: la seconda vittoria in carriera contro il numero 1 del mondo Novak Djokovic, che con il successo a Tokyo sembrava in ripresa ed era un candidato al titolo o, quantomeno, alla finale del torneo cinese. Manca ancora, probabilmente, un grande exploit, ma Tsitsipas ha dimostrato nuovamente di essere su un’ottima strada, e potrà essere un altro contendente per gli ultimi trofei di peso di questa stagione.

 MATTEO BERRETTINI: voto 8+

I numeri, come si suol dire, sono freddi e insensibili, però a volte, probabilmente, sono davvero il modo migliore per spiegare un’idea, senza troppi giri di parole. Questo potrebbe essere il caso della settimana vissuta a Shanghai da Matteo Berretini, la grande promessa e speranza del tennis italiano, che, al termine dello swing asiatico, potrà tornare a casa con il best ranking di numero 11 del mondo e l’ottavo posto nella race, dati assai eloquenti del suo grande periodo di forma e delle sue straordinarie potenzialità. L’azzurro, infatti, dopo la vittorie tutt’altro che banali contro Struff e Garin, ha inanellato due successi fenomenali contro tennisti a dir poco ostici, come Bautista Agut e, soprattutto Dominic Thiem, mettendo in scena prestazioni più che notevoli.In semifinale, di fatto, c’è stato ben poco da fare, di fronte all’impeto e all’esplosività di Zverev, che ha tenuto un rendimento al servizio davvero impressionante, e, di conseguenza, non c’è troppo da recriminare per il giovane italiano, che non ha centrato la prima finale in un Master 1000 della sua carriera, ma prosegue nel suo percorso di crescita e di affermazione nel circuito. Con il suo tennis potente ed efficace, Matteo potrà davvero raggiungere risultati tutt’altro che prevedibili, e dare una speranza forte e solida al movimento del nostro paese, e, grazie a questa settimana fantastica, può coltivare un sogno già nell’immediato, ovvero nelle prossime settimane: la qualificazione al Master di Londra, che non è mai semplice ma, anche in seguito alla sconfitta in finale di Zverev, sembra accessibile e fattibile. I prossimi mesi ci diranno se Berrettini confermerà questi exploit, per nulla isolati, ma, per ora, l’Italia può davvero godersi i grandi successi di un giovane campione, che conferma sempre di più di avere ottime prospettive.

NOVAK DJOKOVIC: voto 7

Probabilmente, per il Novak Djokovic che i tifosi hanno imparato a conoscere, ovvero il dominatore incontrastato, inscalfibile e devastante, un’uscita ai quarti di finale come quella di Shanghai, contro un giovane contendente, non potrebbe che essere una delusione cocente. Ma d’altronde, come sempre nella vita, il tempo scorre inesorabile, e quasi tutto è cambiato, ormai, anche solo rispetto a pochi anni fa: sembrerebbe impensabile, tenendo ancora in mente i successi a dir poco sconvolgenti che RoboNole ha saputo portare a casa nel corso degli anni, ma, a questo punto della sua carriera, paradossalmente questo non è un risultato negativo, nel suo complesso. Il campione serbo, infatti, era reduce da un infortunio che lo aveva afflitto già quest’estate, dopo il trionfo sui prati di Wimbledon, e lo aveva costretto al ritiro agli Us Open, e rientrava, dunque, in questa stagione asiatica con molte incognite e poche certezze. Con il successo a Tokyo, tuttavia, il numero 1 del mondo, posizione ormai a forte rischio, aveva dato qualche segnale positivo e risollevato, seppur pochissimo per gli standard a cui ci aveva abituato, le sorti di questa parte finale dell’anno. La battuta di arresto nel 1000 cinese, forse, ridimensiona in parte le buone sensazioni sulla sua ripresa, ma non cancella affatto le ottime prestazioni che Nole ha messo in campo nei primi turni, considerando proprio che tornava dopo un acciacco, e non esclude che possa migliorare ancora per gli ultimi due eventi della stagione. Resta, tuttavia, un’impressione piuttosto preoccupante: come gli è accaduto più volte, dalla fine dello scorso anno, ciò che sembra scricchiolare nel campione serbo non è certo il tennis preciso e micidiale, che può calare in periodi negativi, ma rimane sempre inossidabile, bensì la sua caratteristica e impressionante forza mentale, che tanti trionfi gli ha garantito. La macchina perfetta, il guerriero indomito che ha vinto e perso battaglie contro i suoi rivali, ma dando sempre il massimo e lottando fino all’ultimo appare sempre più fragile, meno determinato, e da’ l’impressione, o quantomeno il sospetto, nel momento in cui le cose si mettono male in campo, di perdere la concentrazione e di lasciarsi andare, senza restare attaccato con le unghie e con i denti ad ogni punto. Una sconfitta contro un ottimo Tsitsipas, in tre set, è più che dignitosa, soprattutto dopo un infortunio, ma è proprio questa tendenza a cedere nei momenti più duri che, forse, dovrebbe preoccupare i suoi tifosi. I prossimi tornei ci riveleranno se sia solo una fase negativa, nella strabiliante carriera di Djokovic, o se questo sia l’andazzo definitivo del fenomeno di belgrado nei tornei che, forse, non contano più come un tempo per il suo ricco e invidiabile palmarés.

ROGER FEDERER: voto 7-

Risulta molto complicato dare una valutazione della prestazione di Roger Federer a Shanghai, che ha avuto diverse sfaccettature. Come per Novak Djokovic, una sconfitta ai quarti di finale, di per sé, non può mai essere soddisfacente per uno dei campioni più straordinari, se non il migliore in assoluto (ma non è certo questa la sede per riaprire il dibattito), che la storia del nostro sport abbia visto. E, rispettando una certa tendenza che si sta affermando, per lo svizzero, a partire dalla dolorosa finale di Wimbledon, Roger continua ad apparire leggermente sottotono: si rivela brillante come sempre, per carità, e capace di colpi che fanno esplodere gli stadi, ma sembra anche bloccato, come se cercasse in ogni modo di ribellarsi a questa inerzia, ma non riuscisse a trovare la chiave per eccellere e trionfare, come di consueto. Nel torneo cinese, il venti volte campione slam non ha per nulla sfigurato, e, anzi ha dimostrato per l’ennesima volta, come se ce ne fosse ancora bisogno, una determinazione e una forza di volontà da vero leone, lottando nuovamente con un tennista molto più giovane, trascinandolo al terzo con vari e match point annullati, e dandogli filo da torcere fino all’ultimo game.Alla fine, anche il re si è dovuto arrendere all’eccellente prestazione di Sascha Zverev al servizio, davvero impeccabile quel giorno, ma, per un campione di ormai trentotto anni, continuare a competere a questi livelli, contro ogni generazione, rimane segno di un talento sconfinato. Occorre registrare, però, una pecca a cui, probabilmente, i tifosi sono poco abituati, quando si tratta di Federer, che ha stupito tutti: l’algido e impeccabile svizzero, noto per non perdere mai la calma e l’autocontrollo, infatti, questa volta ha dato qualche segno di nervosismo, protestando anche con veemenza contro l’arbitro che gli aveva comminato un penalty point per un abuso di palla, che era finita evidentemente fuori dal campo. Ma, al di là di questo momento di debolezza più che umano, che per molti altri tennisti, probabilmente, avrebbe comportato critiche e biasimo, la settimana resta parzialmente positiva, sebbene Federer debba alzare decisamente il livello, nella fase finale della stagione, per poter tornare ad alzare un trofeo, che manca ormai da Giugno, e recuperare il livello che tante soddisfazioni gli ha garantito negli anni.

 FABIO FOGNINI: voto 6 ½

Parlando di Fabio Fognini, il rischio di scadere nella banalità è sempre massimo. Si potrebbe parlare per ore, come tante volte è stato fatto, riguardo al brutto carattere del ligure, alle scenate in campo, alla sua instabilità emotiva e mentale in campo, ma, appunto, si finirebbe per ripetere un ritornello ormai consolidato, che ha un fondo più che palese di verità, ma può stancare, alla lunga. Come ha dimostrato ormai in innumerevoli occasioni, il tennista di Arma di Taggia è così, prendere o lasciare, e non sarà certo a questo punto della sua carriera che potrà cambiare: resterà un giocatore con grandi pregi, come un talento innegabile, e svariati difetti, che non serve ribadire.Non si può, quindi, non fare un breve riferimento alla controversia in campo con Andy Murray (voto 7-), in cui ha dato l’ennesima prova di sregolatezza, se non di follia: il gesto del numero 12 del modo, che ha lanciato un urlo prima che lo scozzese colpisse una volée, e ha provocato l’ira del due volte campione di Wimbledon, è innegabilmente poco elegante, sebbene non sia stato punito dall’arbitro, e denota, come altre volte, una certa scorrettezza. Il dato che più conta, tuttavia, sono senza dubbio i risultati concreti, che, invece, in questo caso vanno nettamente a favore dell’azzurro: nel corso di questa settimana, infatti, Fabio ha ottenuto successi contro tennisti tutt’altro che innocui, soprattutto su questa superficie tendenzialmente rapida, come Sam Querrey e Karen Khachanov, contro cui ha messo a segno una vittoria netta. Ma la soddisfazione migliore è giunta sicuramente contro Andy Murray, con cui ha messo in scena una battaglia avvincente ed emozionante, che si è conclusa solo al tie-break decisivo, dominato da Fognini, dopo che lo scozzese (in netta ripresa) aveva avuto per due volte l’opportunità di servire per il match. Contro il tennista del momento, Medvedev, il ligure ha potuto davvero poco, e sarebbe superfluo, probabilmente, ogni altro commento, poiché lo stesso sconfitto ha riassunto al meglio, e con grande sintesi, il momento che sta vivendo il giovane russo: “Questo non sbaglia da quest’estate”. Nonostante la resa contro Medvedev, e a dispetto dei consueti difetti caratteriali, questa rimane sicuramente una settimana più che positiva per l’azzurro, che può nutrire forse una speranza per le ATP Finals.

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