L’erba di Jannik

Partita pazzesca di Sinner che sfrutta un approccio perfetto per scappare in avanti di due set, non trema di fronte al ritorno di Alcaraz (6-1, 6-4, 6-7, 6-3) e si guadagna i quarti di finale con il vincente tra Djokovic e Van Rijthoven

Il centrale di Wimbledon compie cent’anni e ospita per la prima volta questi due ragazzi terribili che ancora non conoscono la strada per il campo ma avranno tempo per impararla bene. Due giocatori diversi ma ugualmente affamati. Jannik parte sfavorito ma ha trovato buone sensazioni nel corso del torneo.
Carlitos vince il sorteggio e sceglie di rispondere. L’iberico mostra i muscoli fin da subito ma Jannik tiene duro e nel quarto game trova un paio di risposte profondissime che Alcaraz fa fatica a togliersi dalle stringhe: è palla break. Sinner rintuzza l’aggressione, poi la palla corta dello spagnolo si spegne in rete: 3-1. Jannik conferma e poi scappa sul 5-1 trasformando quella profondità in una regola, quasi una velocità di crociera. Sul 30/0 Jannik butta un dritto facile in rete, poi Carlos spara un passante da cinema come dire “adesso comincio anch’io”. Siamo 30 pari e la sensazione è che adesso la gara possa complicarsi: nasce uno scambio lungo in cui lo spagnolo aggancia una volée e uno smash ma Jannik non si scompone e trova modo di portare a casa il quindici, poi con un ace completa il set (6-1).

Il secondo parziale comincia con lo stesso segno e Jannik arpiona il break con una risposta che si stampa con dolce violenza sulla linea di fondo. Ora è il momento di consolidare, mentre dall’altra parte volano Vamos su ogni punto, e ci sta, visto il peso della situazione. Sul 30/30 Carlitos estrae dal cilindro una palla corta morbidissima ma Jannik ci arriva con un miracolo e scongiura la palla del controbreak. Che però arriva con il successivo errore a rete, seguito da una stecca di dritto. Jannik annulla con una cannonata di dritto. Ma il game è di quelli che non vogliono finire. Ci vogliono un bellissimo passante di rovescio e un servizio vincente per il 2-0. Lo spagnolo fa di tutto per scuotersi e la gara si fa equilibrata ma Jannik tiene saldo il servizio fino a chiudere 6-4 senza più scossoni.

Jannik cavalca il momento e gioca al tiro a segno con le righe mentre Carlos accusa la frustrazione, concede tre palle break ma con orgoglio e servizio risale con cinque punti di fila (1-0). Alcaraz adesso si prende rischi esagerati ma rimane in piedi: Jannik sembra in controllo ma quando prova a scappare in risposta trova un avversario diverso, pronto a fare a braccio di ferro e a vincere. Tra tocchi e spallate ed ace che acciuffano l’ultimo filo d’erba della riga, i due si guadagnano il tiebreak.
Qui il livello sale come a rendere onore al luogo in cui si gioca. Una palla corta mal giocata costa a Jannik il minibreak del 4-3 che l’iberico trasforma in tre set point (6-3). Jannik annulla il primo con l’aiuto del net, il secondo con una combinazione servizio-dritto poi gli tocca quello in risposta. I ragazzi fanno a cannonate, Jannik spara un rovescio sulla riga poi chiude con un fulmine di dritto incrociato: 6-6. Lo spagnolo perde la misura con il lungolinea e siamo a un inaspettato matchpoint con il servizio. La prima è praticamente in tribuna, poi nello scambio il rovescio si ferma in cima alla rete: 7-7. La santa prima arriva adesso, portando in dote un altro match point, stavolta in risposta. Sinner ci prova sulla seconda ma la pallina ancora una volta si stampa sul nastro. Ora Alcaraz gioca letteralmente una magia in demi volée sul passante di Jannik e si procura un altro set point. Scambio scorbutico in cui Jannik forse perde il momento di chiudere, poi manca il campo di pochi centimetri: 2-1.

C’è una nuova partita, una lotta nel fango, con tutta l’inerzia a favore dello spagnolo. Jannik salva due palle break mortifere e si guadagna quantomeno qualche istante per respirare. Sinner si aggrappa ai propri turni di battuta ma Alcaraz sta lì e tira fuori conigli come il passante di rovescio a una mano che prolunga i vantaggi del terzo game. Per fortuna anche lui commette qualche ingenuità e Jannik con le unghie si porta sul 2-1.
Poi, come d’incanto, è lui a prendersi due palle break. Sulla prima si fa spingere fuori dal campo e cade sulla palla corta, poi arriva un doppio fallo, regalo insperato: 3-1 Jannik che però è nato per soffrire e finisce 0/40 in un amen. Combinazione servizio-dritto, ace, sportellata chiusa con lo smash, rovescio dopo il servizio, infine uno scambio di schiaffi e carezze in cui entrambi danno il meglio ma Jannik di più: 4-1.
Carlos scaccia i rimpianti con un rapido 4-2, ma Jannik tiene il servizio a zero: 5.2.
Ora Jannik ha lo smalto per correre sulla palla corta di Alcaraz e metterla di là con il tocco che gli vale due match point in risposta. Sul primo lo spagnolo prende la rete e Jannik perde il campo. Poi c’è una seconda, ma la risposta robusta di Jannik è rispedita al mittente: 40/40. Con un drittone incrociato arriva il quinto matchpoint della partita: Carlos non trema, annulla con il servizio vincente e guadagna il 5-3.
Jannik serve per il match e flirta con il brivido fino alla risposta profonda che recapita a Carlos una chance del controbreak. Il nastro ferma per miracolo il dritto dello spagnolo: 40/40. Bellissima seconda e matchpoint numero sei.
Il servizio pizzica l’angolo, Alcaraz si fa in quattro per rispondere ma Jannik con il dritto lo spazza fuori dal campo: game, set, match. Quarti di finale e lacrimoni per chi guarda, non per Jannik che vuole solo andare avanti. Lo spagnolo esce tra gli applausi: ha pagato l’impasse iniziale e poi gli sforzi del terzo set.

Jannik spende solo belle parole per lui, poi prova a raccontare di quel momento difficile tra i matchpoint sprecati e le palle break salvate all’inizio del quarto… con le parole non ci riesce molto bene ma noi abbiamo visto tutto e adesso ci godiamo l’attesa dei quarti di finale.

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