Il 2014 da incorniciare di Simone Bolelli

La stagione di Simone Bolelli e i suoi progetti per il 2015.

Il tennis italiano nel corso delle ultime stagioni ci ha regalato 2 storie degne del migliore dei romanzi, quelle di: Flavia Pennetta e Simone Bolelli, due “eroi” moderni le cui gesta hanno fatto vibrare i cuori anche ai più scettici. Tanti sono gli aspetti che accomunano le storie di Flavia e Simone, a partire dall’infortunio peggiore che possa capitare ad un tennista, quello al polso, sino ad arrivare alle trionfali scalate in classifica, passando per la voglia di non arrendersi mai, perché non c’è sfortuna che regga di fronte alla “fame” di vittoria.
Bolelli Simone
Simone Bolelli, nato a Bergamo l’8 ottobre 1985, si avvicina a questo sport per caso. La casa dei suoi genitori si trova a due passi dal Country Club Villanova di Castenaso, così decide di provare, a 5 anni, come tanti altri ragazzini del suo paese. Sin da subito Bole capisce che quel gioco gli piace, e vuole renderlo qualcosa in più che un passatempo: un lavoro, magari. Il talento c’è e molti iniziano a credere in lui. Pochi anni dopo diventa campione Italiano under 16 in singolo, doppio e a squadre. A questo punto, a frenare la sua ascesa, si palesa quella che sarà la sua vera e propria spada di Damocle: l’infortunio.

A 19 anni è costretto alla prima operazione chirurgica al polso. Al suo posto in molti avrebbero mollato, ma Bole no: lui non è uno che si arrende, è un lottatore, ad ogni caduta o scherzo del destino, si rimbocca le maniche e puntualmente ricomincia.

Nel 2006 Simone si trasferisce a Roma iniziando la collaborazione con il coach Claudio Pistolesi. Sotto la sua ala protettrice arrivano le prime vittorie prestigiose con tennisti del calibro di Del Potro, Simon e Berdych e il best ranking di n.36 al mondo, il 23 febbraio 2009.
D’improvviso, però, qualcosa inizia a non funzionare: Bole comincia ad inanellare una serie di risultati negativi. Così tronca la collaborazione con Pistolesi, e assume, uno ad uno, una processione di nuovi coach, che però non riescono a risollevare la situazione. In pochi mesi esce dalla top 100, scivolando oltre la 150esima posizione.

Il 2013 sembra essere l’anno della rinascita, di una stabilità ritrovata: crea il suo nuovo staff – i coach Umberto Rianna e Giancarlo Petrazzolo e il preparatore atletico Carlo Ragalzi -, accumula buoni risultati e, man mano, risale sino alla 65esima posizione Atp. Ma quando meno se lo aspetta, crudele e puntuale come solo il destino a volte sa essere, arriva l’ennesimo fulmine a ciel sereno: nel mese di marzo, al 2° turno del torneo di Miami, il suo polso fa crack (trauma contorsivo con lussazione). Simone inizialmente tenta di resistere, non vuole fermarsi, ma il danno e il dolore sono troppo forti: il 16 luglio è costretto all’operazione.
bolelli in ospedale.jpg_650 ”Simone Bolelli mostra per l’ennesima volta a tutti la sua natura da combattente, come un “araba fenice” che continua a rigenerarsi dalle sue ceneri riparte dalla 321esima posizione della classifica mondiale”. A questo punto, a 28 anni compiuti e con un polso ricostruito, Simone Bolelli mostra per l’ennesima volta a tutti la sua natura da combattente, come un’araba fenice che continua a rigenerarsi dalle sue ceneri. Bole riparte dalla 321esima posizione della classifica. Piccoli rapidi passi, che lo portano in alto, fino ad ottime prestazioni in cui riesce a sfoggiare, forse, il suo miglior tennis di sempre.

Il suo ritorno in campo, in singolare, arriva nel febbraio del 2014 al challenger di Bergamo ed è subito salutato con la vittoria del torneo. Nei mesi successivi conquista altri 2 challenger: a Vercelli e a Tunisi. Nel mese di maggio ottiene una wild card per gli Internazionali Bnl d’Italia, dove però si ferma al 2° turno, per mano dal canadese Milos Raonic (6-3; 7-6). Al Roland Garros supera le qualificazioni prima di arrendersi nel secondo turno allo spagnolo David Ferrer (6-2; 6-3; 6-2).

A Wimbledon la fortuna è dalla sua parte; nonostante la sconfitta nel turno decisivo delle qualificazioni, viene ripescato nel tabellone principale come lucky loser, a questo punto si toglie le soddisfazioni di: battere al 1° turno il giapponese Tatsuma Ito; al 2° il numero n° 28 del mondo Philip Kohlschreiber e di portare al quinto set Kei Nishikori nel match di terzo turno.  A proposito della partita con Nishikori, Simone dichiarerà: “Quella partita è stata senza dubbio la migliore che ho giocato. È un peccato aver perso. Ho giocato un gran tennis, forse il migliore della mia in carriera. Mi ha dato grande carica per affrontare il resto della stagione”  Nel mese di luglio trionfa al challenger di Oberstaufen, raggiungendo così la quarta vittoria stagionale.

Ad agosto Bole accede al main draw anche nell’ultimo Slam della stagione, gli Us Open qui, al primo turno affronta l’emergente canadese Pospisil, vincendo in cinque set (2-6, 6-4, 6-2, 3-6, 6-3), al secondo turno affronta la testa di serie numero 16 Tommy Robredo, ma un episodio arbitrale decide la partita sul 7-5,7-6, 4-5 40 pari e servizio Bolelli: uno spettatore chiama out una palla di Robredo, Bolelli la respinge nell’altra metà del campo ed alza il braccio in segno di interrompere il gioco. Il giudice di sedia Pascal Maria, dopo quindici minuti di consultazione con il supervisor, decide di assegnare il punto a Robredo, che ne approfitta concretizzando il set point, anziché far ripetere il punto per palese disturbo del gioco. Il giocatore bolognese perde la concentrazione e di conseguenza  l’incontro 7-5, 7-6, 4-6, 3-6, 2-6.
Federer e Bolelli Coppa Davis
Nella parte finale della stagione, Bole partecipa alla semifinale di Coppa Davis (la prima raggiunta dalla squadra italiana dal 1998), dove in tre set nel match d’esordio contro Roger Federer,ma vince in doppio, in coppia con Fognini. A Shenzhen si ferma al 2° turno, per mano di Andreas Seppi; segue poi la sconfitta al primo turno a Basilea da Rafael Nadal (6-2; 6-2). Simone chiude l’anno con 2 semifinali: al challenger di Ginevra e al Master ATP Challenger e raggiungendo la 55esima posizione del ranking mondiale.

La scalata di ben 249 posizioni nella classifica mondiale, gli è valsa la nomination come Comeback Player of the Year nelle ATP World Tour Awards. Pochi giorni fa, il bolognese, ha rilasciato un’intervista al sito Atp, al giornalista che gli chiedeva quali erano gli obiettivi per il 2015, lui ha così risposto: “Onestamente, voglio vincere un torneo Atp 250 e raggiungere i quarti di finale in uno Slam. Inoltre vorrei anche giocare di più il doppio e raggiungere il mio best ranking”. Speriamo davvero che Bole possa raggiungere, questi ed altri obiettivi, che il 2015 gli possa regalare ancora tante soddisfazioni, perché in un mondo di divi continua a differenziarsi lavorando sodo e restando con i piedi per terra,  perché la fortuna è decisamente in debito con lui o più semplicemente perché se lo merita. Bentornato Bole.

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