I dodici momenti topici degli anni Dieci nel circuito Atp

Il nostro fotoracconto degli anni Dieci del Duemila in dodici schede, tra riflessioni, immagini iconiche e highlights da stropicciarsi gli occhi.

[tps_title]La storia si compie, Murray trionfa a Wimbledon[/tps_title]

Andy Murray Wimbledon trophy 2013

La pagina più importante del 2013, in ogni caso, arriva esattamente un mese dopo l’invasione tennistica più famosa della storia. Il 7 luglio 2013 si chiude un cerchio apertosi 78 anni prima. Da Fred Perry a Andy Murray, lo scozzese che riporta un britannico a trionfare sul Centre Court di Wimbledon. È Murray che compie il suo destino, quello che gli ha messo la racchetta in mano da bambino. La sua missione, dopo diversi anni di apprendistato, era iniziata l’anno precedente, con la prima finale persa a Wimbledon contro Federer e la vendetta del 5 agosto, nel match valevole per l’oro olimpico. L’aura divina si crea col successo nella rassegna olimpica, spinto dal pubblico di casa, contro un avversario sfinito dalla semifinale vinta su Del Potro. Il Re di Wimbledon irripetibilmente asfaltato in finale per 6-2 6-1 6-4. Col sostegno di Ivan Lendl dalla panchina, Murray cresce esponenzialmente dal punto di vista atletico e, progressivamente, anche col diritto. Il salto di qualità, anche dal punto di vista mentale, si concretizza a settembre. Alla quinta finale in carriera, Murray sfata anche il tabù Grand Slam portando a casa lo Us Open. Un successo decisivo per l’eterna gloria dell’anno seguente, al quinto set dopo 4 ore e 54 di partita, contro Djokovic. Il serbo non tiene il passo dell’avversario, e dopo un estenuante 7-6(10) 7-5 2-6 3-6, crolla per 6-2 nel finale. Quando nel 2013, da campione olimpico, Murray torna a casa, il destino si serve ancora di Del Potro per portare a termine il proprio disegno. L’argentino questa volta costringe Djokovic alla maratona e il numero 1 Atp ha pochissime energie per contrastare un Murray sicuro di sé come poche altre volte in carriera. Come nella finale olimpica, infatti, finisce 3-0, 6-4 7-5 6-4. È tripudio, è liberazione, Andy Murray è il prescelto, l’eroe atteso per quasi 80 anni.

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