Thiem torna sul fondo sostegno Atp: “Non cambio la mia opinione. Decido io chi aiutare”

Il tennista austriaco, impegnato in questi giorni nel torneo nazionale Generali Pro Series, affronta di nuovo il tema legato al fondo di sostegno Atp, confermando quanto espresso nelle scorse settimane, nonostante le tante critiche subite.

Dominic Thiem non cambia idea. Il tennista austriaco, in occasione di un’interessante intervista rilasciata al quotidiano viennese Der Standard, ha ribadito con grande fermezza la sua personale opinione espressa nelle scorse settimane in merito alla questione di grande attualità relativa all’introduzione di un fondo di sostegno destinato ai giocatori meno abbienti. Il numero tre del mondo, aspramente criticato da colleghi e addetti ai lavori per la sua posizione non favorevole all’iniziativa, è tornato sul tema, affermando di essere pronto ad affrontare qualsiasi contestazione.

A poche ore dall’esordio nel nuovo torneo nazionale di esibizione Generali Austrian Pro Series, che vedrà opposto il finalista degli Australian Open a Lucas Miedler, il 26enne di Wiener Neustadt affronta nuovamente il discorso sull’Atp Tour Players Fund: “Non devo chiarire nulla, confermo tutto ciò che ho detto. Il problema è che è stato diffuso solo il titolo, abbreviando tutto. Ho detto dall’inizio che ci sono molti giocatori che meritano il supporto, ma io stesso ho frequentato il circuito Futures per due anni ed è anche vero che molti riescono a vivere bene. Voglio decidere io chi aiutare, ho sostenuto economicamente alcuni tennisti molto prima della pandemia, ma non faccio nomi: una donazione è qualcosa di privato, che viene dal cuore. Non devi renderlo pubblico. Verso già dei soldi a varie organizzazioni che si prendono cura delle persone e degli animali“.

E sull’organizzazione strutturale ed economica del tennis odierno, Thiem chiede maggiore tutela per i giocatori dal ranking più basso, evitando disparità di trattamento: “Ci sono molte cose che non vanno bene. È chiaro che i migliori sono ben pagati, come in altri sport. Ma c’è da dire che i giocatori tra i cento e i trecento del mondo sono molto forti ed è estremamente difficile vincere un torneo Challenger. Poi non è ammissibile che in caso di vittoria tu perda anche dei soldi perchè devi pagare l’allenatore che hai assunto. Ci sono molte cose sbagliate, ma queste discrepanze non dovrebbero essere corrette da me, ma dagli organismi ufficiali del tennis“.

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